- Smart Working & Place Benefits
Lavorare Smart: quando benessere è sinonimo di produttività
Minore è lo stress, migliore è la performance. Ecco perché le aziende più evolute investono sulla qualità del tempo dei dipendenti.
Secondo un recente studio dell’American Psychological Association, il 42% delle persone sostiene che il proprio livello di stress è notevolmente aumentato negli ultimi 5 anni. Lo stress, anche se di altra natura, si ripercuote fortemente sulle performance lavorative, incrementando fenomeni quali l’assenteismo e il meno conosciuto presenteismo, ossia l’andare al lavoro mentre si è malati, non completamente engaged e dunque poco performanti.
Ecco perché le aziende più evolute e attente alle trasformazioni economico-sociali decidono sempre più di investire sui propri dipendenti, aiutandoli a migliorare la loro salute fisica e mentale. Ne è un esempio l’evoluzione del concetto di smart working, che sta portando verso una vera e propria ridefinizione del ruolo del lavoratore. L’output del fattore produttivo lavoro viene sempre meno contato in unità prodotte per quantità di tempo impiegate, quanto piuttosto misurato come qualità e, soprattutto, come capacità di raggiungere gli obiettivi fissati. Tutto ciò ha riflessi enormi sulle modalità di gestione del lavoro e sulle modalità di offerta dello stesso.
Da un lato, infatti, viene definitivamente meno il modello industriale classico, quello in cui il tempo (le ore lavoro prestate) e lo spazio (la fabbrica piuttosto che l’ufficio) costituivano le due coordinate essenziali per disegnare la funzione di produttività del lavoro. Ormai si restituisce alle persone flessibilità, autonomia, libertà di scelta del luogo dove lavorare e degli orari, anche se ciò comporta un forte senso di responsabilità oltre all’assimilazione e alla condivisione dell’idea che lavorare significhi essenzialmente giungere a risultati per un bene comune, proprio, dei colleghi e dell’azienda.
Dall’altro lato l’evoluzione dello smart working implica un altrettanto profondo mutamento nei paradigmi di gestione del personale e più in generale manageriali. Questo si traduce in nuove politiche delle risorse umane, attraverso l’introduzione di forme di interazione e collaborazione proprie di questo innovativo modo di lavorare, accompagnate da scelte orientate al benessere organizzativo delle persone al fine di mantenere ai massimi livelli la salute fisica, psicologica e sociale dei lavoratori.
In un mercato sempre più competitivo, uno degli obiettivi principali delle aziende è quindi quello di aumentare la produttività, concentrandosi sui fattori più importanti che la influenzano così da incrementare la performance dei collaboratori.